deep-web-privacyLa priorità è proteggere le persone

Una buona valutazione dei rischi privacy non può prescindere dalla comprensione e dalla considerazione dello scopo fondamentale del GDPR e cioè la protezione e la sicurezza delle persone fisiche di cui trattiamo i dati personali.
Nell’era digitale che stiamo vivendo, i dati personali passano da un dispositivo all’altro con molta facilità e molto spesso fanno un percorso di cui ignoriamo l’esistenza. La navigazione in rete, l’iscrizione alle app oppure ai siti web, le telefonate, l’invio delle mail e dei messaggi la pubblicazione dei post che trattano dati sono operazioni in cui i dati personali finiscono per essere custoditi in tanti database che sono presenti in rete.
L’accesso non autorizzato a tali dati può comportare conseguenze da non poco conto. I malintenzionati infatti potrebbero utilizzare i nostri dati per commettere crimini e illeciti in generale. I dati inoltre potrebbero essere ceduti a chi li utilizzerà per spam, pubblicità.

Il rischio del deep web

I database in web non sempre sono accessibili a tutti. I siti con propositi criminali non vengono alla luce nelle pagine web ma sono presenti sul deep web, la zona non facilmente accessibile e nascosta.
Con i propri dati personali finiti nel deep web siamo identificabili dalle persone che vi accedono. I malintenzionati conoscono i nostri dati identificativi, leggono i nostri messaggi, ascoltano le nostre telefonate gestite dalle app.
Le applicazioni che, in cambio della loro utilità, richiedono necessariamente di accedere ai nostri contenuti multimediali e alla nostra posizione per essere installate, non sempre sono sicure.
Altrettanto pericolose sono le applicazioni che permettono di registrare le telefonate. Tali registrano i dati sui loro server e il contenuto delle telefonate, con le migliaia di riferimenti a fatti personali, potrebbe finire nelle mani di persone che potrebbero venderle, diffondere sul web, utilizzarle per un ricatto o per un altro proposito criminale.

 

Siamo sotto la lente di tutti: anche di cattivi intenzionati

I database dei social network che più comunemente utilizziamo possono rivelare chi siamo, dove abitiamo, quali posti frequentiamo, che umore abbiamo, che strade percorriamo, quale sia il nostro orientamento sessuale, quali sono le cose che ci piacciono e chi sono i nostri amici.
I rischi privacy riguardano tutti i database ed i documenti contenenti dati personali sia in formato elettronico che cartaceo.
A seguito della redazione del registro dei trattamenti (art.30), il titolare del trattamento deve procedere con la valutazione dei rischi privacy (art.32)